Pubblicato il: 24 ottobre 2013 | Aggiornato il: 12 dicembre 2022 | di: Vaporoso

Un nuovo sguardo alla riduzione del danno da tabacco: il caso delle sigarette elettroniche (Pt. 9)

Traduzione della pubblicazione presente al seguente indirizzo: 
www.harmreductionjournal.com

Traduzione di Aurelia Bracciforti


Discussione

Le sigarette elettroniche potrebbero essere il miglior prodotto per la riduzione del danno da fumo di sempre.

Le e-cigs rilasciano vapore di nicotina senza i prodotti da combustione che sono responsabili per quasi tutti i gli effetti dannosi del fumare. Ad ogni tiro di sigaretta tradizionale si generano temperature di circa 1000°C e migliaia di sostanze tossiche si producono durante il processo di combustione. Al contrario, le sigarette elettroniche vaporizzano, piuttosto che bruciare, e l’inferiore temperatura d’esercizio dell’atomizzatore (fino a 160°C, in funzione del modello) non emette le sostanze tossiche derivanti dalla combustione. Pertanto i rischi inerenti alla salute appaiono simili a quelli del tabacco senza fumo, che sono approssimativamente dell’1% del rischio di mortalità derivante dal fumo.

Le sigarette elettroniche possono contenere nicotina, che contribuisce alla dipendenza e alimenta l’uso del tabacco. Comunque, se un numero sufficiente di fumatori trasferisse la dipendenza da nicotina verso metodi meno dannosi di assunzione, milioni di vite potrebbero essere salvate. Gli aspetti positivi delle e-cigs appaiono superiori a quelli negativi. Nondimeno siti web che forniscono informazioni su rischi di salute per il tabacco senza fumo hanno confuso questi rischi con i rischi da fumo, fuorviando il pubblico e i fumatori facendo credere loro che non ci sia (in questi strumenti) un potenziale per la riduzione del danno derivante dal cambio di abitudine verso prodotti senza fumo. Invece continua ad emergere l’evidenza che lo snus è un’efficace strategia per la riduzione del danno. Simili consigli ingannevoli vengono dati ai fumatori che potessero pensare di passare alle e-cigs.

Foulds e altri hanno scoperto che il 78% degli svapatori che hanno intervistato si sono astenuti dal fumo di sigarette tradizionali negli ultimi 30 giorni, ma consigliano i fumatori di avvalersi di sistemi di provata efficacia (per es. trattamenti farmacologici approvati dalla FDA). Questo è un consiglio bizzarro, alla luce del fatto che i soggetti intervistati avevano provato a smettere una media di 9 volte prima di provare le sigarette elettroniche, e i 2/3 di loro avevano provato con un metodo farmaceutico approvato dalla FDA.

Con la scusa di salvaguardare la salute pubblica e manovrando strategie di regolamentazione, si sono sostenute ricerche massicce sul design dei prodotti, sull’esposizione ad agenti tossici, sulla responsabilità da abuso, sull’iniziazione giovanile, e si è influenzato lo sforzo tendente alla disassuefazione. Ne risulta che le stesse strategie che sono state usate per mantenere i prodotti meno pericolosi, come il tabacco da fiuto, lontani da una ampia adozione da parte dei fumatori sono state usate per combattere la conversione dei fumatori verso le e-cigs.

Nessuno degli studi tossicologici condotti con le e-cigs ha mostrato che gli utilizzatori o le persone che gli sono vicine siano esposti a livelli pericolosi di agenti tossici o cancerogeni. Ogni pericolo di contaminazione tossica può essere evitato obbligando i produttori ad adottare un quadro normativo simile a quello degli integratori alimentari, purché non si faccia riferimento a prevenzione o trattamento di patologia.

Nel quadro della regolamentazione degli integratori alimentari, i produttori devono dimostrare che un prodotto non è pericoloso prima dell’introduzione sul mercato. Nel rispetto della normativa nazionale sulla buona politica della prassi manifatturiera dovrebbero assicurare che gli e-liquidi siano prodotti in maniera che rispetti il livello qualitativo, siano regolarmente etichettati, e siano detenuti in condizioni da prevenirne l'adulterazione. Per quanto riguarda la commercializzazione e la sicurezza delle e-cigs, delle batterie, e dei pezzi di ricambio, questi componenti sono già regolamentati dalla normativa esistente.

Non pare che un numero consistente di non fumatori stia comprando o comprerà le sigarette elettroniche e diventi così dipendente dalla nicotina. Le sigarette elettroniche eliminano l’esposizione a sostanze tossiche da fumo responsabili di quasi tutti i danni da fumo. Così se anche il 50% dei non fumatori dovesse decidere di diventare dipendente da nicotina attraverso le e-cigs, i rischi di malattia, se ce ne sono, sarebbero minimi. Così la “responsabilità di abuso” è punto controverso in questo contesto.

Inoltre la sigaretta elettronica rappresenta una via di mezzo tra il mantenimento della (dipendenza da) nicotina attraverso il più mortale dei sistemi di assunzione, il fumo, e l’astinenza da nicotina chiesta dalla comunità sul controllo del tabacco. I timori che i fumatori che "avrebbero potuto smettere del tutto" passeranno invece allo snus o alla e-cig è un'ulteriore prova che la comunità di controllo del tabacco ritiene che la totale astinenza è una cosa che tutti i fumatori alla fine abbraccerebbero, e forse imparerebbero ad amare. Tuttavia, la ricerca mostra che molti fumatori sono dipendenti dall’effetto (di sollievo) della nicotina nel combattere i sintomi delle sottostanti condizioni di base (di questi fumatori) e che a lungo termine l'astinenza da nicotina può provocare disagio per molti fumatori.

Vai al prossimo capitolo: Conclusioni

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